due minuti senza fregnaccie: il mio (e il vostro se volete) pensiero sulla catalogna
versione breve: sono così orgullosi? bene. ringraziassero la spagna. perchè no spagna, no catalogna, o come cacchio se scrive
versione lunga: qualunque città, paesino, circoscrizione, palazzina se gli lasci un volantino con su scritto
“ciao!stavamo pensando di chiedere l’ indipendenza. Solo noi, il nostro statarello, che ne dici? eh?” mettera si sulla crocetta. chiunque vuole essere il proprio place. è normale, naturale, insito, chiamalo come ti pare
E non mi tirate fuori la storia delle diverse tradizioni: nessuna nazione ha le città create a tappeto, tutte insieme, soprattutto la nostra.
Io vengo da una città che un unicum un italia: ha mille anni meno di tutte le altre, non ha un piatto tipico, un ballo tipico, un costume tipico, un dialetto. E’ Latina, quindi è anche terribilmente presa in giro . eppure giuro vogliamo stare con voi. non ci frega un cazzo neanche se vi ricordate di noi neanche per venire a fare il servizio del tg 5 per dire che siamo al città più calda d’italia (che furbi poi, da piazza del popolo e non dal mare, e grazie al cavolo),perch’è l’italia, come tutte le altre nazioni, è bella unita. è anche più ricca, più interessante, più agevole e decisamente meno ridicola (come si dice ridicola in spagnolo? o è catalano?o é whatever di sta minchia?)
Monica
7 anni agoTi dirò il mio parere,credo che facciano una gran cavolata a uscire dalla Spagna, a parte che il referendum non ha alcun valore legale,però ha sbagliato anche il governo spagnolo a mandare l’esercito per andare a pestare le persone.Credo infatti che con la violenza non si risolva nulla.comunque anche in Italia,la lega Nord vuole fare u referendum per l’indipendenza di Lombardia e Veneto,anzi ci sarà domenica 22,inutile dire che anche questo è illegale.oltre che stupido,esiste l’Italia non la Lombardia o il Veneto
zitellacida
7 anni agonon è illegale, è un referendum consultivo regolarmente istituito. in merito a Barcellona, non è una cacata la doppia lingua. il catalano è un’altra lingua (che poi ci siano delle assonanze, ce ne sono anche tra italiano e spagnolo, cosa vuol dire!), il mio compagno che parla uno spagnolo fluente non lo capisce proprio. io rispetto il concetto di autonomia dei popoli e sono per la creazione di una Comunità Europea che superi il vecchio concetto di Stato nazionale, per arrivare a delle macroregioni che abbiano delle affinità di tipo economico, culturale, produttivo.
Roar
7 anni agoDietro la questione catalana si nascondono diverse insidie, retaggio di troppi anni di dittatura franchista (conclusa nel ’75) e segno di una successione di governi deboli, non in grado di risolvere la questione alla sua nascita politica (attorno al 2006 – quindi 11 anni di “non è una priorità in questo momento”). Conoscendo abbastanza bene la Spagna, con le varie sfumature “regionali”, capisco che abbiano deciso di testa loro, cogliendo anche il momento mediaticamente migliore, cioè a seguito di un attentato tremendo. Allo stesso modo, il governo non è stato in grado di risolvere la situazione se non inviando agenti in divisa da sommossa… scene terribili da vedere in un posto in cui la guerra civile ha diviso famiglie e portato alla catastrofe economica e sociale una nazione intera (la dittatura inizialmente è stata proprio questo). Detto questo, le divisioni non fanno comodo a nessuno, mai. Guardiamo anche la Brexit: alla fine si stanno mangiando le mani, i cari inglesi che hanno votato per il sì, perchè da quel giorno è cambiato tutto, la percezione che si ha del Regno Unito è cambiata e difficilmente tornerà quella di prima (tanto che la May sta rinviando di anno in anno la data ufficiale di inizio Brexit e cerca come può di riassicurare gli stranieri che vivono lì e giustamente si sentono la pedata sul culo imminente). Di conseguenza, no non è stata una scelta molto ponderata quella dei Catalani, ma solo mossa da insofferenza, populismo e demagogia – cose che fanno molto male da secoli, come la Storia insegna.
claudia mastro
7 anni agoieri a tiki taka dicevano che “gli azionisti del barca potrebbero decidere, in caso, di spostare il barca in un altro stato, ANCHE L’ITALIA” cioè io potrei svenarmi per un barca-benevento
sono seria
comunque tornando a noi, ecco, il franchismo, ma dov’era tutto sto rivoltarsi quando c’era una dittatura dal 36 al 75?
io forse sono una donnina piccola ma davvero quando mi dicono la toria delle tradizioni…e certo, perchè le tradizioni di uno di rovigo ed uno di sassari molto simili sono.
Roar
7 anni agoIl rivoltarsi durante la dittatura è stato minimo anche perchè quei pochi che ci hanno provato sono finiti sottoterra… oltretutto Franco, per soffocare ogni possibile moto di indipendenza, ha proibito l’utilizzo pubblico e privato (assurdo) delle lingue locali.. se uno veniva beccato parlare o scrivere in catalano a livello pubblico faceva una brutta fine (carcere o violenze o cose così)… tu immagina il livello di repressione: annichilire la propria lingua madre (perchè in Catalogna, Paesi Baschi, Galizia e Comunità Valenciana si impara prima il “dialetto” e poi lo spagnolo) è praticamente annichilire la propria identità e di conseguenza anche le proprie tradizioni… il punto interessante di tutta la questione è che in Spagna, nonostante le differenze, sono stati i primi ad applicare con un certo successo un federalismo moderato: le singole regioni si chiamano “Autonomias” che di per sé è molto più forte di “regione” come concetto… e hanno un proprio parlamento e un margine di azione chiaro e mirato alle singole esigenze (la Catalogna, come è evidente, non ne era soddisfatta, ha iniziato a richiedere più margine in virtù dell’alta produttività – il motore economico della Spagna – e ha ricevuto in cambio solo promesse, da qui tutto il casino).
Il federalismo non è sbagliato se lo si prende come un mezzo per cercare di progredire economicamente. Qui in Italia per il momento è vincolato alle regioni a Statuto Speciale (Fvg presente!) che hanno comunque dei benefici che potrebbero godere anche le altre regioni se riuscissero a strutturarsi per bene. Se lo si prende come un’occasione per mangiarci sopra e fare populismo spicciolo, allora davvero non si va da nessuna parte. E comunque lo dico senza alcuna arroganza: nella mia regione, il Friuli, ci sono tante cose che non vanno (in primis l’eccessiva seriosità delle persone e quest’atmosfera di pesantezza costante) però se entro all’ospedale di Udine, al 98% dei casi, ne esco sana. E per me non è poco.
claudia mastro
7 anni agoma infatti le regioni a statuto speciale ok, ma qua si parla di fare le secessioni, quando vai a barcellona è un continuo di bandiere catalane ad ogni finestra neanche vivessero sotto dittatura, e comunque anche a napoli parli prima napoletano e poi italiano e parli napoletano a casa e con amici e in convivialità, cioè non si sono inventati nulla , non è che la spagna e la repressione. a barcellona hanno cartelli in catalano e spagnolo ovunque (gran cagata a mio parere) mi pare non vedo dove stia la repressione bo poi certo non ci vivo e non so nada, però…mi sembrano movimenti nazionalisti e si sa quelli dove portano
Roar
7 anni agoEsatto… beh se vieni in Friuli anche qui abbiamo i cartelli in doppia lingua (italiano e friulano! Poveri turisti!)…no ma infatti gli spagnoli sono i meno repressivi del mondo… guarda da quanti anni hanno unioni gay e adozioni! MA in Catalogna si sono fissati, secondo me solo ed esclusivamente per motivi economici, vogliono trattenere tutto quello che producono e non pagare più lo Stato. Tutto il resto è appunto, populismo, demagogia, nazionalismo… Il modello che hanno instaurato funziona a patto che tutte le regioni siano d’accordo nel pagare allo stato centrale quello che devono… In cambio c’è sempre qualcosa, soprattutto a livello di immagine… un collega di Barcellona oggi mi ha detto che per lui d’ora in poi Barcellona è la capitale della Repubblica Catalana. E io gli ho risposto: “Vallo a spiegare ai milioni di turisti stranieri che vengono lì nella tua capitale, che per loro, neanche ferrati a capire che la Sicilia non confina con Venezia, esiste una Repubblica Catalana. Tutti dicono Barcellona = Spagna. E voi catalani lo sapete perchè ne avete tratto vantaggio fino a ieri, tanto che per esempio avete aperto mille locali di flamenco – aspetto culturale che appartiene all’Andalusia o alla Spagna centrale, non a voi. Quindi non diciamo tonterias che a breve comincerete a magnarvi le mani pure voi!”
claudia mastro
7 anni agoMA CERTO che è una questione economica….lo fanno per trattenersi i soldi per se. no dai son stata a trieste e mica era come a barcellona oh, la OGNI CACATIELLA è in doppia lingua dai…cartelli per ogni cosa e certe parole mi sembravano identiche…il basco si che mi pareva un altra lingua
Roar
7 anni agoocchio che Trieste non è Friuli, è la parte “Giulia” del Friuli Venezia-Giulia… anche qui abbiamo i nostri secessionisti!!! Diciamo che il friulano è parlato in tutta la parte Nord, centro e una piccola parte dell’Ovest… poi nella parte costiera, si parla il triestino e altri derivati di dialetto veneto (goriziano, ecc…). Il basco è una delle pochissime lingue europee che non ha famiglia (ungherese e albanese sono le altre due), praticamente si è originato e sviluppato per i fatti suoi!
Roar
7 anni agobeh comunque se il barça si trasferisce qui, mi sveno pure io che non ne capisco nulla di calcio! quelle poche partite che ho visto hanno catalizzato la mia attenzione, quindi ad occhio meritano ahahaha
claudia mastro
7 anni agosi mi fa morire che ieri a tiki taka se ne parlava solo in questo senso, c’era luiso che poi è basco (quella si che è un altra lingua) che diceva che allora il barca deve smammare, e uno in diretta skype ha detto che c’era questa opzione, sulla scia del monaco di monaco di baviera che però gioca in francia (UGUALE PROPRIO)
Roar
7 anni agoe perchè Monaco gioca in Francia? Non hanno stadi?
claudia mastro
7 anni agoperchè mi sa non sono abbastanza per un campionato, credo siano solo uno-due squadre (oddio a san marino il campionato l’han messo su eh!)
virginiamanda
7 anni agoAllora, qua se bisogna parlare senza essere aggrediti dai soliti sapientini del Twitter sono pronta!
Sottoscrivo in gran parte quanto detto da Roar e aggiungo che per provare a comprendere la questione bisogna cercare di non ragionare come “italiani”.
Infatti, come fai notare tu Claudia, a parte indipendentismi che ogni tanto fioccano qui e lì, soprattutto in periodo di crisi, noi siamo uniti e non abbiamo una storia simile alla Spagna.
Quindi, nonostante anche in Italia ci siano tanti dialetti, che molte persone (me compresa) li considerino lingua materna, le differenze con la Spagna sono molte e non possiamo paragonarci a loro.
Adesso, usciamo un attimo dai nostri confini e vediamo cosa succede là: c’è una monarchia costituzionale. Che la parola costituzionale sia presente è importante: anche il Re, che è la persona più potente dello Stato deve sottostare a quanto dice la Costituzione.
Siccome in Spagna c’erano tanti regni, storicamente, era impensabile un’unità sullo stile italiano (governo centrale e tanti parlamentini regionali che contano quanto un due di bastoni quando briscola va a coppe) e quindi da costituzione ci sono tante comunità autonome, con ampi poteri, e anche lingua riconosciuta ufficialmente. Anche qui le parole sono importanti: chiamare lingua quello che noi chiamiamo “dialetto” significa dargli valore, far sentire importante e degno il popolo che la parla. Altro termine importante: comunità autonoma. Autonoma vuol dire che sei già per molti versi praticamente indipendente dal governo centrale.
Per fare parte di questo sistema di contrappesi però in cambio ti viene chiesto di accettare la costituzione. Che ti chiede di sottometterti al potere centrale e non fare di testa tua. (Così come la rispetta il re).
E tu cosa fai? Incostituzionalmente promuovi un referendum per proclamarti indipendente. Quando dallo Stato centrale ti ricordano che non è così che funziona, tu punti i piedi e dici che occuperai i seggi pur di farlo.
E fino a qui “la ragione” stava dalla parte di Madrid.
Che però invece di lasciar fare e dire “Tanto non vale” e magari sanzionare con una multa salatissima il governo catalano, ha mandato la polizia.
Polizia contro folla è attacco. E l’abbiamo visto a Genova che polizia+ folla+ giornalisti sciacalli fa il botto. Prime pagine inondate di sangue, violenza e indignazione.
Il Re interviene, e dice che il governo catalano è stato un irresponsabile.
Cosa che il Re ha tutto il diritto di dire, visto che il suo ruolo è difendere la Costituzione, ma che dopo le foto della violenza di Stato stride.
Ora il popolo vuole giustizia, non sa bene per cosa, ma è deluso da tutte le istituzioni che dovrebbero difenderlo (comunità autonoma, parlamento centrale, Re, forze dell’ordine).
Come ne usciremo?