Le ultime due puntate di speravo di mori prima- la serie su Totti

LA ROMA raccontata da “speravo di mori prima” (sky) usa totti come metro per tutte le sue funzioni, anche religiose, è normale quindi che la quinta e penultima puntata si apra con una coppia romana (lui con collana della roma, of course!) che chiede ad un prete (Corrado Guzzanti, che spero abbia preso bilioni di euro per questo cameo, e che ora sia li in alto nella classifica forbes con kylie e kanye e il tizio che ha inventato girls gone wild, nda) di spostare la data del loro matrimonio per andare a vedere il derby: è per colpa di scene come queste che le sitcom italiane sono le meno divertenti del mondo, e il fatto che quello che tutto al più può essere un aneddoto venga trattato come un vero e proprio evento da allungare fino a quasi 5 minuti anche il motivo per cui, in effetti però, al netto di tutto, non servono neanche tante scene per scriverne un episodio, quindi in un certo senso, yeah, fanno shcifo ma ci abbiamo messo anche cosa, 5 minuti per scriverla?LOL!who’s the winner now§???

UNA VOLTA UNA PERSONA MI DISSE che i produttori avrebbero voluto trovare il modo di accorciare la sigla di “casa Vianello” per fare più minutaggio possibile, ma che ormai la sigla era talmente iconica, quasi quanto il suo mai eguagliato programma, che era letteralmente impossibile farloo e che per questo si era deciso di farla sfumare direttamente dentro il programma, cosa che comunque nessuno aveva notato perchè, you know, parliamo solo del più bel programma della storia, e che solo dopo questo “incidente” era diventato norma nelle sitcom a seguire

ECCO, in “speravo” ,c’è l’esatto opposto :la sigla, che di iconico non ha neanche la bruttezza, sembra fatta apposta per rubare minutaggio, con i suoi protagonisti ilLuminati uno ad uno mentre una voce off ripete la formazione della roma, per cui quando si sente “miralem pjanic!” appare però il nome di monica guerritore

In effetti, però, non è scelta cos’ insensata: eliminando le scenette di improbabili fidanzati ciccioni-coatti che vivono una vita totalmente totti-centirca, inclusi inarrestabili immigrati africani che smettono letteralmente di intonacare un muro o qualsiasi cosa stessero fecendo per chiedere a totti cosa fara adesso? o di dottori impiegati in pedagogia tra malati di leucemia di 6 anni e malati di tumore altri di 5 che però si sentono di dire a totti “coraggio!”, non rimane molto: solo scene di Totti che si lamenta, di Ilary i cui sbalzi temporali vengono sottolineati da diverse acconciature (il grande genio italiano dell’economia della produzione è tutto qui) , di ineguagliati cameo di altri attori, spesso con una carriera teatrale imponente alle spalle, chiamati a fare “radja nainggolan, di spalle” o “giuseppe giannini che dice una battuta”

MA D’ALTRONDE CHE ALTRO SI PUO FARE? e non lo dico per un improvviso tender feeling per virgina valseccii, figlia di pietro, che ha preso così’ a cuore l’istanza totti da produrre non solo l’eponimo documentario, ma anche questa serie (io non lascerei inatteso neanche il campo del merchandising e dei veri e proprio tour di totti ,genere high school totti) ,ma perchè effettivamente la vita di totti è poco avventurosa, nonostante il mattone che era “un capitano” (da cui è tratta questa serie, e che nella sigla è chiamata “l’opera un capitano”) : a partire dai 28 anni nella stessa squadra, venti con la stessa donna, e i 0 nella stessa scuola.

Insomma neanche Leigh Brackett in persona poteva salvare questa serie, così fanaticamente incentrata su duetti immaginari ed immaginifici tra cassano e totti (che Cassano ha tenuto a specificare non essere accaduti davvero…uh, thanks, I guess?) e così eneventful che le infinite scene di totti in macchina nel traffico diventano “fast and furious: se fosse girato a roma”

capitolo spalletti: in poche parole nel penultimo episodio totti invita spalletti al suo quarantesimo compleanno, e spalletti si presenta. gli regala il modellino di una una delorean (sarà vero? ) e totti inizia a capire che è finita, anche se lo sa già da un anno. la logica incontrovertibile francescana è che LUI e solo lui deve decidere quando smettere ,e chiunque lo voglia fare per lui è o cattivo (Spalletti, la roma in generale, il tizio in doppio petto grigio che gli fa firmare il contratto d’addio, talmente un horror-persona che neanche viene dotato di nome ) o vendicativo per cose successe nel 2006 , e che usa i 40 anni suonati di totti e il suo correre sempre meno e il suo innocentissimo giocare fino all’una a carte, come scusa (sempre spalletti, i fan di spalletti, probabilmente anche la sua famiglia)

MA NO, QUALI FAN ,NO, SPALLETTI è SOLO, tutta la serie è grata con il piu grande macchiettismo dai tempi de il giudice di andy hardy che ha il bastone perchè “la giustizia zoppica” : totti è perennemente circondato da amici, figli, ilary (tutti in guerra di fegatelli” uno tra l’altro) mentre spalletti è sempre solo. No, non mi sono spiegata: spalletti é solo in una maniera in cui non era neanche tom hanks / will smith: è letteralmente mai inquadrato con un altra persona. mai. anche al compleanno di totti va da solo. non porta neanche la moglie . a quanto pare, fa gli allenamenti da solo. non ha un vice. durante le conferenze, è circondato da larghi aloni bianchi di nulla. probabilmente non ci sono neanche intervistatori, è lui che parla da solo. quando ilary fa la famosa intervista “piccolo uomo” non c’è un amico che lo chiami: lo deve scorprire da solo, con la gazzetta in macchina arrotolata, mentre fa manovra solo nel parcheggio solo.

Man, lo so che l’obettivo era far vedere che Spalletti è goebbels e TottiCristo una sorta di monumento nazionale, il cui addio al calcio e la conseguente lettera non hanno lasciato un occhio asciutto dalla sardegna a bolzano , che i suoi (pochissimi, inesistenti) difetti sono eccessi di super bontà e che nessuno resiste al suo fascino, incluso il papa , che grazie a lui abbiamo vinto i mondiali -ah non lo sapevate? si si- e qualsiasi altra cosa di positiva mai successa nella vostra vita dipende da lui, ma più passavano le 6 puntate più in realtà non puoi che pensare a luciano and his perils : immaginate essere chiamati a allenare una squadra, dubito per cifre esagerate, e che già vi ha cacciato con dito accusatore, ritrovarvi a combattere contro una città (e un ego a forma di città) perchè osate fare formazione che volete e di averne talmente le tolle piene che nonostante facciate il record di punti e la società vi chieda di restare voi diciate piu o meno “no. che cosa? no no no. NO NO NO NO NONONONONO

non se ne parla proprio. piuttosto mangio la merda

CIOè MA PROPRIO NO ”

che tral’altro è la stessa cosa che ho detto io di fronte all’ooportunita di vedere una seconda serie

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